Non mi sentirei di consigliare un’esperienza sulla barca Claudia. Quello che è mancato, prima di tutto, è stata la sensazione di libertà che una persona cerca quando sceglie di navigare a vela.
Leonardo è certamente uno skipper preparato e molto legato alla sua barca, ma non ci è sembrato adatto al ruolo di skipper turistico: è apparso troppo attento alle proprie esigenze e poco a quelle dei suoi ospiti. Fin dall’inizio, lui e la moglie ci hanno accolto con un elenco di divieti e regole, senza alcun entusiasmo o voglia di trasmettere la gioia di farci vivere una bella vacanza. Non cercavano di coinvolgere né di creare gruppo, e ogni volta che ponevano un limite o un divieto lo facevano con modi rigidi, spesso accompagnati da sguardi di insofferenza reciproci che trasmettevano disprezzo più che attenzione.
Solo alcuni esempi pratici:
Dopo ogni bagno era obbligatorio cambiarsi il costume nella plancetta di poppa, preparandolo in anticipo con l’asciugamano asciutto, e ci si poteva spostare di lì solo se completamente asciutti.
Per fumare era necessario chiedere il permesso ogni volta, e si poteva farlo solo nella plancetta di poppa/spiaggetta, e soltanto se “non si riusciva più a resistere”.
Alla semplice richiesta di aprire il tendalino abbiamo assistito a litigi e urla.
È stato negato esplicitamente il passaggio in tender verso il porto di Ponza nonostante fossimo in rada in porto a 50 metri da terra, dicendo che non prendeva in considerazione l'idea di venirci a prendere (senza che nessuno di noi avesse prima detto di voler fare tardi, sennò sarebbe stato comprensibile) e che c'era il taxi boat a pagamento.
Sua moglie Elena, se da un lato teneva molto alla pulizia interna della barca (i bagni erano infatti ben curati), dall’altro non ha contribuito a creare un clima disteso: vigilava su ogni azione fatta in cucina o sottocoperta, più che aiutare a farci sentire a nostro agio.
Quello che ci ha davvero lasciato esterrefatti è stata la totale mancanza di rispetto per il mare: più volte ci è stato chiesto di gettare in acqua di tutto – mozziconi di sigaretta, tovaglioli, frutta, stuzzicadenti – e ogni volta ci siamo rifiutati. Una richiesta del genere, da parte di chi il mare dovrebbe amarlo e proteggerlo, non ce la saremmo mai aspettata.
Nonostante fossimo in un contesto ideale, non abbiamo praticamente mai navigato a vela, se non per una ventina di minuti. A ogni richiesta la risposta era che c’era “troppo vento” o “troppo poco vento”, anche quando le condizioni sembravano favorevoli, non c’era alcuna fretta e altre barche navigavano con le vele spiegate nella stessa direzione.
Infine, un aspetto molto grave è stato il mancato rispetto del numero massimo di persone a bordo: è stato affittato un posto in più e mi sono ritrovato a dormire in dinette, pur avendo pagato per una cabina. Pochi giorni prima era stato chiesto di spostarmi in una cabina a castello, indicata su sailsquare come comfort aggiuntivo 'cabina skipper', con la motivazione di non creare una cabina mista che avrebbe potuto imbarazzare un’altra ospite. Avevo dato disponibilità parziale per valutare gli spazi, essendo molto alto, e le reali esigenze, ma la gestione è stata scorretta e mi sono sentito “truffato”. In realtà era stato affittato un posto aggiuntivo.
A peggiorare la situazione, l’assistenza di Sailsquare si è rivelata del tutto insufficiente e a tratti inquisitoria. Dopo diverse esperienze positive precedenti, mi chiedo che senso abbia affidarsi a Sailsquare e non ad altri canali se, nei momenti di reale necessità, non si riceve alcun supporto.
Le isole Pontine hanno scenari molto interessanti e un bel mare. I ponzesi con cui abbiamo interagito ci sono sembrati persone squisite, accoglienti e cordiali.
Note positive:
La barca è molto bella e comoda per dieci persone (mancava un posto a tavola solo per l'undicesimo).
La gestione delle spese di carburante è stata estremamente corretta con quanto indicato e speso.